domenica 24 giugno 2012

Navigare e Vincere o "Rubare la Palla ai Bambini" e Comunicare?

Giovanni Soldini vince la Ostar”, la pagina di pubblicità sui maggiori quotidiani nazionali dice così.


Io c'ero e ricordo bene che il secondo 50’ era praticamente la barca da crociera di un amatore. Quello che ha vinto la Ostar era Loick, il primo trimarano a tagliare la linea del traguardo, arrivato praticamente una settimana prima. 


L’ufficio stampa di Giovanni non può farsi sfuggire questa occasione. 

Per me “ha rubato la palla ai bambini nella sua classe”, non ha vinto la OSTAR ma il valore del marinaio c’era, infatti ha messo dietro metà dei 60 piedi. E poi abbiamo visto negli anni che non era una bufala, anche se al seguente BOC David Adams lo ha fatto nero. Ma bisogna mangiare un po' di fango per farsi una solida esperienza.



Mura e Apolloni vincono la Twostar” dice il comunicato del loro sito. Loro hanno un 50 piedi, chi è il secondo? Un class 40 sfigatissimo e vecchio Roaring Forties. Hanno vinto la Twostar con il 50 piedi peggiore attualmente in mare, una barca nata male, progettata senza esperienza in merito e messa a posto negli anni con tanto lavoro e dedizione. 

Per me sono stati bravi e soprattutto si sono divertiti e hanno fatto esperienza. Chi deteneva il record? Cherburg Tecnologie, un 60 piedi praticamente un dinosauro della classe. Ma sono stati bravi perché il tempo è di molto inferiore.

“Jean Pierre Dick” (Giampiero Cazzò, con l’accento perché è francese) con i due bellissimi 60 piedi che gli ha comperato il papi, ha vinto con Parlier o Peyron a bordo ma mai niente da solo. 

Beh, si ammetto che un po' ce l’ho con lui perché, ad un certo momento, si e messo in testa di comperare il 60 piedi Fila di Giovanni. Il Giò, che non è famoso per spendere e spandere, invece di pagargli un taxi ha mandato a prenderlo in motorino Valentina, la mia ragazza di allora, e adesso mia compagna e madre della mia ultima figlia (questa non ne vuole sapere niente di mollare, per questo che mi si vede poco in giro). Insomma Jean Pierre Caz.. si è messo dietro... e allungava le mani, il porco!.
Caterine Chabaud, idem. Ha vinto solo in coppia con il mitico (e antipaticissimo) Lionel Lemonchois, uno dei marinai più bravi al mondo. 



Pubblico e appassionati di regate oceaniche, imparate dunque a fare la tara alle notizie. Non solo nelle notizie che riguardano la politica o i governi, o nelle foto photoshoppate di presunte bellezze si nasconde sole a tutto spiano, ma anche nel nostro mondo.


E le domande sono:

1) Ma noi come facciamo a sapere chi è veramente capace di andare in barca?
2) Questi skipper sarebbero altrettanto capaci di vincere correndo ad armi pari? 
Non lo sapremo mai.



“Nannini secondo” Questo qui invece non ha vinto. Ha solo vinto una tappa su 5 ed è arrivato secondo al giro del mondo per Class 40. Un po' più che una traversata Atlantica. 
Secondo me il più bravo di tutti è lui: si è battuto a barca pari (tutti class 40), ma non ad armi pari perché, come il sottoscritto in tutta la vita agonistica, non aveva neanche una frazione del budget degli altri.
Hanno perso invece gli organizzatori della regata, sia in comunicazione sia in razzismo infatti aprendo il sito ufficiale della regata si vedono 5 foto che appaiono in sequenza: la premiazione dei primi anglo/nordici (doverosa), la premiazione dei terzi anglo/nordici (c’è una bionda a bordo), la coppa del nonno agli ultimi anglo/nordici (politically correct), e una foto delle coppe sul tavolo (boooh?), infine una del vincitore con gli organizzatori (brutti tutti e tre e anglo nordici). Di Nannini e valorosissimi compagni neanche l’ombra. Il messaggio è molto chiaro: “questo è quello di cui vogliamo parlare e fare vedere”.



Anche io e il Giò alla prima Jaques Vabre, mentre secondi stavamo appiccicati al culo di Desyoayeaux e ci davamo il bel nostro da fare per tenere dietro Peyron, abbiamo vissuto una situazione simile. Tommy uno della sporca mezza dozzina, come si era autobattezzato lo shore team del trimarano, mentre guidava verso casa ascoltava la radio "primo Mich Desj, terzo Loick Peyron, segue..." diceva lo speaker. E gli schifosissimi secondi italiani???
Tranqui Nannini, glielo dico io per te: ” MA VAFFA......!!!”


Vittorio Malingri - Ocean Experience



Io un giorno mi sono disegnato e costruito un 60 piedi, bruttino e più lento di un 50 dell’epoca e, soprattutto, anche io con l’aiuto del papi (ci siamo indebitati fino al collo). Sono andato giù al porto e c’erano delle barche molto colorate, con dei tipi tutti affaccendati attorno. 



"Come ti chiami?” ho chiesto al primo.
"Poupon” dice lui, un tipo strano dalla faccia simpatica.
"E tu spilungone, come ti chiami?” faccio a quello vicino.
"Parlier” fa lui in una specie di lingua extraterrestre.
"E te, nanetto, come fai di cognome?” faccio a uno che puzzava ancora di pesce, essendo figlio di un pescatore.
"Alain Gautier, al tuo servizio” un tipo veramente gentile.
"E tu, barbuto, non fare finta di niente!. Non è perché hai una barca stretta che devi fare il prezioso. Sputa il nome"
"Jean Luc van Den Heede, e se non stai attento mi faccio tua moglie!” mi fa lui.
"Potrebbe anche starci” (non bisogna mai farsi impressionare).
Infine c’era uno con i capelli corti, tutto schizzato, una moto impressionante, la moglie bionda e la barca verde, che porta pure sfiga. No!!... non la moglie bionda. "Sono Loick Peyron, ho due fratelli che navigano" dice lui.

"Anche io ho due fratelli che navigano, ma la moto è più piccola della tua" gli rispondo. 
Poi proseguo rivolto a tutti: "ragazzi mi chiamo Ugo e sono venuto qui per spaccarvi il culo, ma prima facciamoci due birre. Offro io che ho meno soldi di tutti!. E te Barbuto smettila di guardare mia moglie!”.



Un paio di anni dopo, e questo invece è tutto vero (anche molto di quello che ho appena scritto lo è), all’arrivo di una Ostar, in cui sono arrivato terzo dopo che li ho fatti sputare sangue per tutto il Nord Atlantico, sono venuti a dire a me e al mio amico Giovanni: "certo che voi due da un secondo dopo la partenza vi siete messi subito a correre, e vi abbiamo dovuto inseguire per tutta la regata".



Quel giorno lì ho capito che ero un marinaio. 
E non me lo ha detto il mio ufficio stampa, me l’hanno detto i miei amici, i più bravi marinai del mondo dell’epoca, dopo che mi hanno corso dietro per tutto l’atlantico. E questa è una storia vera, chiedetelo a loro.

Perché bisogna raccontare un sacco di balle? Per trovare uno sponsor. 
E un’altra cosa come le concessioni delle spiagge, nel mondo succede solo in Italia.


Vittorio