martedì 28 ottobre 2014

Time of Wonder #2 Volevamo l'avventura?...e l'abbiamo avuta!


Ieri pomeriggio verso le 5pm andavamo a tutta forza al lasco.
Randa due mani, randa di trinchetto piena, trinchetta. Ad un certo momento, a ciel sereno, è aumentato il vento da 19-20 a 25-28 abbondanti ma forse più. 

Mentre ero lì che pensavo il da farsi... BANG! è saltata la sartia sopravento di poppa dell'albero di trinchetto. Non essendo caduto l'albero, cosa che sarebbe successa su qualsiasi altra barca, abbiamo orzato ammainato le rande e strambato. L'albero non è caduto perché è incastrato tra la coperta e lo scafo in modo solido e le sartie sono solo un supporto per non farlo flettere troppo. Inoltre c'è l'altra sartia in linea che lo tiene lateralmente e il marocchino che lo tiene verso dietro sull'altro albero che ha sua volta ha una sartia alta acquartierata verso poppa, come quella che si è rotta sul trinchetto. Il pezzo che ha ceduto è un cerchietto di inox, che dalla sartia sta attorno al pezzo di noce con tre fori che tiene la cima che fa da aridatoio.


Vittorio Malingri - Ocean Experience




















Con Andrea al timone, io e Roberto abbiamo messo un grillo grosso che ne tiene altri due e usati tutti e tre per ripassare la cima. Tesato il tutto e via così. A scriverlo è attimo, a farlo un po' meno. E lo spavento è stato grosso.
Ma non finisce qui. Nel frattempo il vento è aumentato a quasi 40 nodi, la barca va bene, ma senza randa rolla di brutto e in modo brusco. Credo che togliendo gli alberi di legno in favore di quelli di alluminio andrebbe tolto un po' di peso dalla chiglia. Faremo... motopicco e via, essendo la zavorra interna di cemento.

Insomma tutta la notte in fuga, in rotta. Frangenti a tutto spiano. Belle onde a tratti 4-5 m. Poi stamattina... BANG!!. Un'altra volta. Adesso la sartia in linea dell'albero maestro. Si vede che ha preso una strinata ieri ed era attaccata per miracolo.
'Sto giro però fine dei grilli. Ci sono un po' di metri di dyneema scalzato da 8 mm. Faccio un loop, lo passo quadruplo attorno al solito pezzo di noce e sostituisco l'acciaio rotto. Non è una riparazione di fortuna, è come le modificherò tutte. Anche perché se due si sono rotte anche le altre 6 avranno i giorni contati. Nella parte bassa i pezzi di noce forato sono attaccati con un tondino doppio che non ha saldature vicino all'occhiello, dove si sono rotti gli altri. Secondo me i pescatori di merluzzo (a'mfamoni fracichi!) le facevano come le faccio io oppure, come ho visto al museo di Mystic, in ferro e non le saldavano vicino alla piega e all'occhiello.
Anche questa è fatta. Adesso è sera, c'è stato il sole tutto il giorno, abbiamo issato la randa di trinchetto e smesso di rollare. Ho appena dato una mano anche a quella e stiamo facendo 7-8 nodi al traverso lasco.

Vittorio Malingri - Ocean Experience
























Siamo stanchi. In tutto questo sono saltati i turni per via dei lavori e poi perché timonare con quelle onde, con la bussola che si vede poco e la barra che si muove solo nella rollata sopravento, non è proprio uno scherzo da ragazzi. Andrea timona meglio, Roberto ha un po' più di difficoltà. E vorrei vedere... trovarsi lì da solo al buio con mare forza 8, frangenti, zero luna e stelle, alla barra di un peschereccio di 150 anni fa!.
Allora è vero che li arruolavano nelle taverne ubriachi. Poi la mattina li trovavi a pescare merluzzi... e la sera a timonare al freddo di una notte senza luna. Perché tu non sai come si fa, ma la barca sì.
E comunque noi abbiamo mangiato spezzatino con patate fatto da noi, come a casa. Domani calerà il vento.

Alla fine, cercando pezzi utili da riparare, abbiamo scoperto due gavoni nuovi. Uno nascosto che ha trovato Robi due giorni fa dove c'era una bottiglia di rhum, e in quello che ho trovato io: un bansigo, controranda e fisherman.
Alla via così, con le vele leggere non abbiamo paura di niente! anzi forse ci diamo alla guerra di corsa.... passa la boccia dai!

Vittorio

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